Tavolo automotive: verso la rivisitazione profonda degli incentivi
L’Italia è intenzionata ad apportare grosse modifiche al meccanismo degli incentivi per l’acquisto di vetture. In particolare, come anticipato dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, al Tavolo Automotive, si va verso l’introduzione di una prospettiva pluriennale e, soprattutto, di una “formula alla francese”.
Gli incentivi di oggi
Durante il tavolo a cui hanno partecipato rappresentanti di Stellantis, della filiera, dei sindacati e delle associazioni datoriali, il Ministro è partito da una disamina degli attuali incentivi, ammettendo come le agevolazioni non abbiano soddisfatto una delle priorità del governo, ossia aumentare le produzioni italiane: “Con il nuovo Ecobonus ci eravamo posti 5 obiettivi prioritari: supportare la transizione energetica, rinnovare il parco auto circolante troppo obsoleto, supportare soprattutto le persone fisiche, sostenere le fasce meno abbienti e incrementare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani. I primi quattro aspetti sono molto soddisfacenti, non il quinto che riguarda l’aumento della produzione”. A tal proposito, il ministro ha menzionato l’obiettivo non raggiunto di accrescere “i volumi degli stabilimenti italiani, soprattutto della Panda a Pomigliano e della 500 elettrica a Mirafiori”.
Gli incentivi del futuro
Tutto ciò pone le basi per una revisione dell’impianto delle agevolazioni, che sarà discussa nei dettagli durante delle riunione tecniche e che sarà incentrata su bonus maggiori per le auto a più basse emissioni, incentivi a chi rottama veicoli vecchi e inquinanti e un sostegno mirato alle classi meno abbienti. Non solo. Ci sarà un chiaro spostamento sul lato dell’offerta e un orizzonte temporale più lungo: “Avevamo detto che se non avessimo raggiunto l’obiettivo di aumentare la produzione in Italia con questo piano incentivi, avremmo spostato le risorse, o parte di esse, direttamente sul fronte dell’offerta. È nostra intenzione realizzare anche una programmazione pluriennale delle risorse”. In tal senso, Urso ha ricordato la dotazione del fondo Automotive: 750 milioni per il 2025 e un miliardo annuo dal 2026 al 2030.
Formula francese
Inoltre, il ministro ha anticipato la possibilità di replicare l’esempio degli incentivi alla francese: “È allo studio un meccanismo che privilegi le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea, garantendo così la sostenibilità delle produzioni e incentivando la domanda di veicoli assemblati in Italia o in Europa con componenti prodotte localmente”. Inoltre, si intende introdurre “parametri innovativi, come l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro”. I tempi sono stretti, visto che già a “settembre si inizierà a definire il nuovo schema di incentivazione della domanda e dell’offerta della filiera, tenendo conto delle indicazioni delle altre amministrazioni coinvolte e delle proposte emerse dal tavolo Automotive”.
Le trattative “cinesi”
Infine, il ministro ha confermato le trattative in corso con diverse Case cinesi, a partire da Dongfeng, per un insediamento produttivo in Italia. In particolare, durante la recente visita del presidente del consiglio Giorgia Meloni a Pechino sarebbero stati firmati tre memorandum d’intesa, con i relativi accordi di riservatezza, e uno sarebbe stato sottoscritto con l’azienda di Wuhan. Il progetto non è comunque alle battute finali. Urso ha precisato che tra agosto e settembre sono previsti ulteriori incontri. Tra l’altro una missione tecnica del Mimit tornerà in Cina per interlocuzioni con altri costruttori, tra cui Byd e Aiways. Intanto è stata fatta una ricognizione con le Regioni per individuare alcuni siti industriali dismessi da mettere sul piatto per favorire gli investimenti cinesi in Italia.