Auto,componentistica “a sorpresa” i ricavi in aumento del 16%
Ricavi medi in aumento del 16% nel primo trimestre. E profittabilità in risalita dell’1,1% con prudenti prospettive di miglioramento dei margini nel corso dell’anno.
Questa è la fotografia scattata da Moody’s dello stato di salute dei maggiori player europei della componentistica nel settore Automotive.
Mentre il 2023 è l’anno della frenata per i costruttori (non per tutti, i brand premium sono esclusi) sotto il profilo della redditività dopo due anni di vacche grasse, la ripresa dei volumi è dalla parte dei componentisti.
Aspettative superate
I risultati finanziari del primo trimestre 2023 della maggior parte dei fornitori europei di componenti per autoveicoli che valutiamo – si legge nella nota di Moody’s – hanno superato le aspettative. «Tuttavia, al momento non stimiamo al rialzo le previsioni di vendite e redditività per i fornitori europei di componenti per il 2023. La maggior parte delle aziende, del resto, ha mantenuto aspettative prudenti per l’intero anno. Tale prudenza riflette l’incertezza del sentiment dei consumatori in un contesto di rallentamento della crescita economica e inflazione persistente».
Il +16% medio delle vendite per i 12 fornitori presi in esame, quelli che hanno reso noti i risultati del primo trimestre, si deve a un recupero di circa il 6% nella produzione globale di veicoli leggeri, in particolare in Europa (+17%) e in Nord America (+10%). Ma anche ad aumenti dei prezzi per coprire i costi di produzione in continuo aumento. Altro fattore a favore, infine, i lanci di nuovi prodotti.
La crescita delle vendite, peraltro, è stata disomogenea, per recenti acquisizioni o disinvestimenti. Ma anche per effetto delle diverse condizioni regionali. In particolare in Cina, dove la produzione di auto è diminuita del 4% anno su anno nel primo trimestre.
La straordinaria performance di alcuni player, come Gestamp (+22,7% globale a valute costanti ed escludendo l’effetto positivo dei prezzi delle materie prime), è il frutto della fine dei vincoli sofferti nel primo trimestre 2022, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina.
Il miglioramento del margine operativo
Spostando il focus sulla redditività, Moody’s registra «un miglioramento visibile nel margine Ebit dei nove fornitori di componenti che hanno riportato finora i risultati trimestrali. Il margine è salito al 6,6% nel primo trimestre rispetto al 5,5% dello stesso trimestre dell’anno scorso. I fattori che hanno contribuito al miglioramento includono un migliore assorbimento dei costi fissi grazie a volumi più elevati e gli aumenti dei prezzi per compensare (in parte retroattivamente) l’inflazione sui costi di componenti elettronici, manodopera, energia». Il progresso nel primo trimestre ha toccato il livello che l’agenzia di rating si aspettava per l’intero anno.
«La redditività dei fornitori di componenti auto – continua Heck – è molto legata ai volumi di vendita, mentre i loro prezzi sono tipicamente determinati, in gran parte, contrattualmente. Esiste una possibilità generale di trasferire i cambiamenti dei costi di produzione, ma di solito con un ritardo temporale. Ciò ha messo sotto pressione i margini l’anno scorso e ci aspettiamo un recupero quest’anno».
Se la produzione continuerà secondo le previsioni di crescita delle vendite globali di veicoli leggeri del 5,7% nel 2023 e se i fornitori riusciranno a difendere la loro posizione nelle rinegoziazioni dei prezzi con i clienti, facendo fronte all’inflazione, secondo Moody’s è probabile «un continuo recupero della redditività nel resto dell’anno». Quanto alle aziende sono le prime a non sbilanciarsi e a tenersi prudenti nelle stime per il 2023, da Faurecia a Hella a Schaeffler.
E quando arriveranno i cinesi?
Guardando più in là, le premesse per un’invasione cinese in Europa quali ripercussioni potrebbero avere sui componentisti?
«Diverse case automobilistiche cinesi – conclude l’analista di Moody’s – hanno avviato iniziative per vendere veicoli in Europa, ma i loro volumi di vendita sono ancora molto bassi in questa fase. La loro presenza, tuttavia, manterrà la concorrenza in Europa ad alti livelli. In questo quadro i fornitori di ricambi auto con tecnologie forti e produzione efficiente, che riforniscono anche le case automobilistiche cinesi, potranno resistere ai cambiamenti nel panorama competitivo in Europa. Al contrario, i fornitori che dipendono in gran parte dalle vendite alle case automobilistiche europee potrebbero risentirne se i loro volumi diminuissero a causa dell’aumento delle quote di mercato delle case automobilistiche cinesi».
fonte: sole24ore – Finanza & Mercati