Cassazione: la targa dell’autovettura è un dato personale

La Cassazione accoglie il ricorso del Garante privacy che aveva sanzionato un’amministrazione comunale per la pubblicazione sul sito della targa di un veicolo estraneo alla vicenda.

La vicenda trae origine dalla pubblicazione sul sito di un Comune italiano di documentazione fotografica relativa alla violazione delle norme del Codice della strada in cui era leggibile anche la targa di un veicolo estraneo alla violazione.

Il Garante per la Privacy, a seguito della segnalazione pervenuta dal contravventore e non dal titolare del dato interessato, ha emesso un provvedimento sanzionatorio nei confronti dell’amministrazione comunale, ritenendo che “tale pubblicazione ha comportato un trattamento di dati personali non pertinenti ed eccedenti il perseguimento delle finalità di accertare la violazione delle disposizioni in materia di segnaletica stradale”.

Il Tribunale, interessato dal ricorso dell’amministrazione comunale, ha invece osservato che l’unico elemento oggetto di pubblicazione lesivo di dati personali era consistito nel numero di targa di un veicolo estraneo al procedimento.

Su tale premessa ha quindi affermato che il numero della targa, senza alcuna indicazione circa il conducente, non poteva farsi rientrare nel novero dei dati personali meritevoli di tutela, annullando così il provvedimento emesso dal Garante nei confronti dell’amministrazione comunale, e dichiarando la nullità della conseguente cartella di pagamento.

Il ricorso del Garante Privacy

L’Autorità in questione ha impugnato la sentenza, contestando la violazione e la falsa applicazione del Regolamento in materia di protezione dei dati personali, giacché il Tribunale – accogliendo la tesi difensiva dell’amministrazione comunale – ha ritenuto che il numero della targa non fosse un dato personale.

La decisione della Cassazione

Con l’ordinanza numero 4648 del 21 febbraio 2024, i Giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso del Garante, annullando la sentenza e rinviando la decisione ad altro giudice del medesimo tribunale.

La targa automobilistica è un dato che consente l’identificazione diretta del proprietario e ciò che assume rilievo decisivo in materia di protezione dei dati personali è, dunque, il collegamento funzionale, ai fini identificativi, tra i dati personali e la persona fisica. È pur vero che il reale utilizzatore del veicolo potrebbe non essere l’intestatario, ovvero questi potrebbe coincidere con una persona giuridica (e quindi con un soggetto non meritevole della tutela in questione), ma – ricordano i giudici – il numero di targa dei veicoli costituisce in una percentuale statisticamente preponderante un dato personale idoneo a risalire all’utilizzatore, consentendone la profilazione. Per tale ragione il trattamento non può dirsi irrilevante.

Prezzi polizze Rc Auto: saliti del +7,5% in un anno

A gennaio 2024, il prezzo medio nazionale della RC Auto cresce del 7,5% sullo stesso mese dell’anno scorso, con la tariffa media a 389 euro.

È un dato ufficiale, fornito dall’Ivass, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. Una decina di anni fa, la Responsabilità civile obbligatoria viaggiava attorno a 500 euro l’anno, per scendere a circa 350 euro a inizio 2022: da allora, la tendenza si è invertita, tutta in salita, soprattutto nel 2023. L’authority non analizza le cause dei rialzi, ma è facile immaginare che pesi l’aumento dell’inflazione degli scorsi mesi. Un altro fattore determinante nel modulare il costo di una polizza è la frequenza dei sinistri, definita dal numero di incidenti ogni 100 auto circolanti: che è passato dal 3,1% del 2021 al 3,34% del 2023. Il maggior rischio si tramuta subito in un incremento dei listini.

Gli aumenti della RCA media sono generalizzati, cioè riguardano pure chi ha un curriculum assicurativo immacolato, ossia gli automobilisti in prima classe di merito.

I rincari, però, sono più forti se la propria “pagella” peggiora: +10,4% annuo a carico dei guidatori in una classe dalla seconda in poi. Più che in passato, causare un incidente, col peggioramento di due classi in un colpo, si trasforma in un salasso per la RCA dell’annualità successiva.

La legnata la sente specie chi abita nelle province dove sono maggiori le probabilità di incidenti e frodi (sinistri inventati): in particolare, Napoli è a 560 euro l’anno, Prato a 553 e Caserta a 500. I meno tartassati? Gli abitanti di Enna con 287 euro, Oristano (298) e Aosta (311).

Targa prova: pubblicato DPR che modifica la normativa

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 14 febbraio, il DPR che modifica e semplifica Il procedimento di autorizzazione alla circolazione di prova dei veicoli, più comunemente indicato come “TARGA PROVA” ( DPR 229 del 21 dicembre 2023).
Questo decreto modifica gli articoli 1, 2 e 3 del precedente DPR 474/2001 e sarà in vigore dal 29 febbraio 2024.

Queste, in sintesi, le principali novità riguardanti il procedimento per l’ottenimento della targa prova:

l’autorizzazione alla circolazione di prova su strada (targa prova) è rilasciata sia per i veicoli non ancora immatricolati, sia per quelli già immatricolati, anche se privi di revisione in corso di validità o privi di assicurazione;
• il numero di autorizzazioni alla circolazione di prova rilasciabili ad ogni azienda è contingentato in ragione del numero di addetti dei quali dispone, nel numero di una autorizzazione ogni cinque dipendenti e collaboratori. Se il numero di dipendenti e collaboratori è inferiore a cinque viene comunque rilasciata una targa prova.
• la targa prova ha validità annuale e non è rinnovabile decorsi sei mesi dalla sua scadenza. In questo caso occorrerà richiedere una nuova autorizzazione.
• non è consentita la circolazione su strada con autorizzazione alla circolazione di prova scaduta di validità o priva di assicurazione.

Quando la targa prova è collocata su un veicolo già immatricolato, deve essere posizionata nella parte posteriore del mezzo in modo ben visibile e tale da non oscurare o rendere illeggibile la targa di immatricolazione o, quando previsto, la targa ripetitrice che, in ogni caso, durante la circolazione di prova non devono e non possono essere rimosse.

I procedimenti di rilascio, di rinnovo e di revoca dell’autorizzazione alla circolazione di prova sono gestiti in via telematica, secondo le modalità stabilite dalla Direzione generale per la motorizzazione e per i servizi ai e alle imprese in materia di trasporti e navigazione entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore del DPR 229/2023, ovvero entro la fine del prossimo mese di giugno.

Ricordiamo che l’autorizzazione alla circolazione di prova, è soggetta al pagamento del ‘bollo’, da pagarsi entro il 31 gennaio di ogni anno, con validità 12 mesi e scadenza 31 dicembre e che varia in base alla classe del veicolo:
– Autoveicoli € 206,69
– Ciclomotori € 19,11
– Motoveicoli € 31,00

Al fine di evitare l’obbligo di rinnovare il pagamento del bollo per l’anno successivo, le aziende che prevedano di non utilizzare le targhe prova dovranno restituire le stesse all’ufficio provinciale della Motorizzazione Civile entro il 31 dicembre dell’anno già coperto da pagamento.

Ricordiamo inoltre che rimangono in vigore, rispetto all’uso delle targhe prova, gli obblighi previsti dal Codice della Strada, con sanzioni per chiunque adibisca ‘un veicolo in circolazione di prova ad uso diverso o nel caso che il veicolo circoli ‘senza che su di esso sia presente il titolare dell’autorizzazione o un suo dipendente munito di apposita delega’.

Obbligo assicurativo per i veicoli: chiarimenti dal Ministero

Tutti i veicoli a motore, compresi quelli che sono custoditi o circolano in aree private, vanno assicurati. È il principio contenuto nel decreto legislativo 22 novembre 2023 n. 184, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 2023, con cui viene recepita in Italia la direttiva del 24 novembre 2021. Una normativa complessa, offuscata da zone d’ombra su cui adesso il ministero dell’Interno, tramite la circolare n. 4054 dell’8 febbraio 2024, cerca di fare chiarezza. Cosa prevede:

Veicoli a motore

In base alla definizione fornita dalla nuova normativa (art. 1, comma 1, lett. m che modifica l’art. 193 del cds), il «veicolo a motore» è quello «azionato esclusivamente da una forza meccanica» e quindi non sono tali quelli che per circolare vanno azionati anche da forza muscolare come per esempio le biciclette con pedalata assistita o quelli in cui la propulsione del motore non è esclusiva, come nel caso dei monopattini elettrici dotati di prevalente propulsione generata dal motore elettrico.

In più, per essere assoggettato all’obbligo assicurativo il veicolo a motore deve anche rispettare una di tali condizioni: viaggiare a una velocità superiore ai 25 km/h; avere un peso netto massimo superiore a 25 Kg e una velocità di progetto massima superiore a 14.

Ma la parte più interessante riguarda l’inclusione tra questi veicoli anche dei rimorchi destinati a essere trainati da altro veicolo, a prescindere dal fatto che sia o meno agganciato a questo.

Inoltre, siccome il veicolo va assicurato se svolge una funzione legata alla circolazione, di conseguenza, un’autogru in sosta che abbia come funzione, per esempio, non la circolazione, ma il suo utilizzo come presa di forza, non va assicurata

Al contrario, un veicolo circolante resta tale e quindi da assicurare, anche nel caso in cui assolva a tale funzione non sulla strada pubblica, ma in area privata in cui l’accesso viene regolamentato. Anche se l’obbligo persiste anche quando lo stesso veicolo viene semplicemente parcheggiato in sosta.

I veicoli esclusi dall’obbligo

Per espressa esclusione, invece, non vanno assicurati:

  • i veicoli per i quali è stata richiesta la cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) in vista della demolizione;
  • i veicoli cancellati dal PRA a seguito di revoca o annullamento della carta di circolazione;
  • i veicoli cancellati dal PRA per essere esportati. Seppure in tal caso va tenuto presente che fin quando resta valido il foglio di via per il raggiungimento del confine, il veicolo va ancora assicurato, mentre laddove scade tale validità, viene meno anche l’obbligo assicurativo.

Inoltre in tutta una serie di casi, in cui di fatto il veicolo non possa essere usato per provvedimento dall’autorità (vale a dire, confisca; sequestro amministrativo; fermo amministrativo; fermo fiscale; sequestro penale; sospensione dalla circolazione per circolazione senza revisione; ritiro della carta di circolazione; sospensione della carta di circolazione; ritiro delle targhe), non potrà essere sanzionato – se sprovvisto di assicurazione – secondo le previsioni dell’art 193, ma in base a quanto previsto dalle diverse norme riferite alle singole fattispecie.

Infine, non vanno assicurati i veicoli inidonei all’uso come mezzo di trasporto, vale a dire in grado di circolare, in quanto privi di alcuni componenti essenziali (motore, pneumatici, ecc).

Germania: con la svolta elettrica a rischio il 20% dei dipendenti di fornitori e costruttori

Zf, Bosch o Continental sono solo gli ultimi grandi operatori dell’auto tedesca ad aver annunciato massicci tagli agli organici.

Nei prossimi mesi la forza lavoro che da sempre viene considerata come un’eccellenza assoluta dell’intero tessuto industriale della Germania si troverà di fronte a uno tsunami: ne è convinto Stefan Bratzel, direttore del Center of Automotive Management di Bergisch Gladbach, secondo il quale il massiccio ridimensionamento, da attribuire direttamente alla transizione verso la mobilità elettrica, metterà a rischio circa un quinto dei lavoratori del settore auto in poco più di cinque anni.

Pioggia di tagli

“La trasformazione – ha scritto Bratzel – sta diventando sempre più visibile sotto forma di tagli di posti di lavoro presso le grandi aziende fornitrici. Entro la fine del decennio prevediamo un calo dei posti di lavoro nell’industria automobilistica (produttori/fornitori) di circa il 20%. Parte dello smantellamento è già avvenuto. D’altro canto, si creano posti di lavoro anche in altri settori, ma non tutti gli specialisti dei motori a combustione diventano specialisti dell’intelligenza artificiale”. Da tempo, associazioni ed esperti avvertono delle conseguenze del passaggio all’auto alla spina per una platea di lavoratori che, tra fornitori e costruttori, contava oltre 770 mila persone alla fine del 2022. In ogni caso, la riduzione è iniziata da tempo: nel 2018 è stato raggiunto il record di quasi 834 mila dipendenti, ma negli anni successivi si è registrato un progressivo calo degli addetti in scia alla decisione di costruttori e componentisti di mettere mano agli organici.

Tensioni sociali

Finora, i tagli non si rivelati traumatici solo grazie ai tradizionali strumenti di contrattazione con i sindacati: aziende come la Volkswagen, per esempio, stanno riducendo la propria forza lavoro tramite la cosiddetta “gestione della curva demografica”. In sostanza, si privilegiano i prepensionamenti o gli esodi volontari e incentivati e non si ricoprono le posizioni vacanti. Da qualche mese, però, la Germania sta affrontando una situazione sempre più tesa. Lo dimostrano le frequenti iniziative di mobilitazione, tra cui le manifestazioni organizzate da agricoltori o camionisti: la protesta contro alcune politiche ambientali varate dal governo federale sta paralizzando da giorni l’intera Germania e ora sta dilagando in tutta Europa con blocchi e picchetti in Francia, Belgio e Italia.

Mercato veicoli industriali: nel 2023 cresce del 12%

La miglior performance degli ultimi 15 anni: con 28.707 unità sopra le 3,5 tonnellate immatricolate (+3.100 unità circa sul 2022), il mercato registra la miglior crescita dal 2008.

Buone notizie dal mercato dei mercato dei veicoli industriali nel 2023, che registra una crescita del 12,2% sul 2022, pari a 3.116 veicoli immatricolati in più rispetto all’anno precedente. Mai così bene dal 2008. Nonostante questo, l’associazione che rappresenta le case estere operanti sul mercato italiano esprime una certa preoccupazione. Un sentiment che scaturisce dal calo della domanda in corso da mesi e dal dato registrato a dicembre (-28,5%).

La stima effettuata dal Centro Studi e Statistiche di Unrae – sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – per il mese di dicembre mostra infatti una brusca frenata con le immatricolazioni ferme a 1.851 unità rispetto alle 2.587 del 2022 (-28,5%).

Tutte le categorie di peso chiudono l’ultimo mese dell’anno in negativo: il comparto dei veicoli pesanti con massa uguale o superiore a 16 t registra il calo più consistente del 30,8%, seguito dal segmento dei veicoli leggeri fino a 6 t che mostra un disavanzo del 23,1%, mentre i veicoli medio-leggeri nella fascia tra le 6,01 t e le 15,99 t segnano una flessione a doppia cifra del 13,3%.

Ad ogni modo, nel corso dei dodici mesi del 2023, il dato consolidato riflette la crescita migliore dal 2008, con il +12,2% (+12,6% per i veicoli pesanti, +15,8% del comparto medio-leggeri, -11,1% per la fascia dei leggeri) e oltre 3.000 unità immatricolate in più rispetto al 2022.

Prezzi Rc auto? alle stelle, continuano i rialzi

A novembre le polizze hanno fatto registrare un balzo del 7,8% su base annua con un prezzo medio di 391 euro.

Rincaro che si traduce in una maggiore spesa di circa 31 euro a polizza, confermando tra l’altro il trend già registrato dall’Ivass a ottobre, quando il rialzo era stato del 7,9%.

Cresce anche il differenziale di premio, cioè la somma che la persona assicurata è tenuta a pagare, tra Napoli e Aosta, adesso a 248 euro, in aumento rispetto all’anno precedente del 3,1%.

Una cifra che però, scrutando la classifica delle località, sale a 285 euro rispetto alla città più virtuosa che è diventata Enna.

Sul territorio a guidare la classifica delle polizze più salate sono Napoli e Prato con una media che va oltre i 559 euro, seguite da Caserta (501 euro) e Pistoia (487 euro). Sul fronte opposto Enna vanta le tariffe più basse d’Italia con una media di 275 euro a polizza, seguita da Oristano (292 euro) e Potenza (297 euro).

A Imperia si registrano invece gli incrementi annui più elevati (+12%), a seguire si trovano Lodi, Terni e Vercelli (+11%), mentre i rincari più contenuti si trovano ad Ascoli Piceno con un +4,6%.

Auto: ipotesi incentivi 6.000-13.750 euro per elettriche

Incentivi per auto elettriche che partono da 6.000 euro e arrivano a 13.750 euro se si rottama un’auto Euro2 e si ha un Isee sotto i 30mila euro.

L’aiuto per l’acquisto di una vettura ibrida va da 4 a 10mila euro, e quello per un’auto a basse emissioni dai 1.500 ai 3.000 euro.

Sono alcune delle ipotesi contenute nella bozza di lavoro per il rinnovo degli incentivi auto sui quali il governo punta a utilizzare risorse per 930 milioni, 570 milioni di nuovi fondi per l’automotive, il resto dai residui dei vecchi incentivi.

L’intervento riguarda anche veicoli commerciali, taxi e noleggi a lungo termine. 

Assicurazione obbligatoria anche per i veicoli fermi

Da sabato 23 dicembre vige l’obbligo di dotare di assicurazione per la responsabilità civile ogni veicolo a motore, compresi quelli che risultano fermi o posteggiati in aree private chiuse.

Non verrà più tenuto in considerazione, come condizione per determinare l’obbligatorietà di una polizza assicurativa rc, il fatto che il mezzo circoli o meno su strade pubbliche o aperte al pubblico.

La novità è la conseguenza dell’attuazione di una direttiva europea del 2019: il decreto legislativo, di recente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, modifica dunque il codice delle assicurazioni private.”L’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile si applica ai veicoli a motore indipendentemente dalle caratteristiche del veicolo, dal terreno su cui è utilizzato e dal fatto che sia fermo o in movimento”, si legge infatti nel testo. “L’obbligo i estende anche ai veicoli utilizzati soltanto in zone il cui accesso è soggetto a restrizioni”.

LE ECCEZIONI

La polizza per responsabilità civile non va versata per i veicoli che non circolano più in quanto esportati, ritirati o demoliti, per quelli che non hanno l’autorizzazione a circolare, perché ad esempio sono stati fermati, sequestrati o vietati dalle autorità, o per quelli che non sono funzionanti in quanto sprovvisti di parti essenziali per il proprio funzionamento come ad esempio il motore.

In questo caso il proprietario ha comunque l’obbligo di comunicarlo alla propria compagnia assicurativa.

La sospensione può essere prorogata più volte, ma per ogni rinvio sarà sempre necessario inoltrare istanza alla propria assicurazione entro dieci giorni dalla scadenza del periodo di sospensione già determinato.

Tale interruzione, tuttavia, non può essere prolungata per più di dieci mesi nell’anno di validità della polizza, che diventano undici nel caso in cui si parli di veicoli storici.

Quali sono nello specifico, secondo la legge, i mezzi che devono essere obbligatoriamente dotati di assicurazione per responsabilità civile? Si fa riferimento a tutti i veicoli a motore che si muovono sul terreno senza binari, con velocità massima superiore ai 25 chilometri all’ora oppure con peso superiore ai 25 chilogrammi e velocità massima superiore ai 14 chilometri all’ora. Inclusi nell’obbligo anche eventuali rimorchi che si utilizzano con i sopra citati veicoli, anche nel caso in cui non siano attaccati ad essi.

SANZIONI AMMINISTRATIVE

Stando a quanto previsto dall’art.193 del Codice della strada, circolare senza assicurazione comporta il pagamento di un’ammenda da 866 euro (che possono scendere fino a 606,20 euro qualora si versi quanto dovuto entro cinque giorni) la decurtazione di punti dalla patente, il ritiro della carta di circolazione e il sequestro del mezzo.

L’obbligatorietà di essere coperti da una polizza per la responsabilità civile resta anche se il veicolo viene”utilizzato esclusivamente in aree soggette a limitazioni di accesso”. In caso di guida con assicurazione sospesa, la sanzione è maggiorata del 50%: si sale quindi fino a 1.299 euro, che diminuiscono fino a 909,30 in caso di pagamento entro cinque giorni.

RC AUTO: QUASI 3 MILIONI GUIDANO SENZA ASSICURAZIONE

Non tutti gli italiani hanno l’Rc Auto: ci sono quasi 3 milioni di conducenti, il 6% del totale (2,6 milioni), che girano su veicoli senza.

Un pericolo oltre che un danno economico per tutti gli automobilisti onesti i quali devono pagare il fondo di solidarietà che indennizza le vittime, altrimenti senza copertura, dei pirati della strada e appunto di chi guida senza assicurazione. La stima la fornisce il presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini in un workshop internazionale organizzato a Roma dall’ente che vigila sulle assicurazioni.

Un fenomeno noto – Si tratta di un fenomeno noto alle compagnie e alle forze dell’ordine che in questi anni hanno messo in campo vari strumenti per contrastare il fenomeno ma che, assieme ad altri fattori, contribuisce a tenere alti i premi Rc nel nostro paese. “Storicamente, l’assicurazione auto è sempre stata più costosa in Italia che in altri Paesi europei. Tuttavia, nell’ultimo decennio i premi sono diminuiti in modo significativo (-30%, in termini nominali)” rileva Signorini. Il calo è stato raggiunto attraverso la maggiore concorrenza, le minori frodi, misure normative sul risarcimento e la diffusione delle “scatole nere”.

Costi medi più alti che negli altri Paesi Ue – “Gli automobilisti onesti e prudenti ricevano oggi, in media, un trattamento migliore rispetto al passato. Nonostante ciò, le lacune rimangono” aggiunge e “sia il premio medio sia il costo medio dei sinistri sono ancora più alti in Italia rispetto agli altri principali Paesi europei” con differenze Nord-Sud cospicue. A ogni incidente causato con colpa i premi subiscono poi un rincaro del 27%.

 Un vulnus assicurativo – E poi c’è un altro aspetto. La stragrande maggioranza degli automobilisti è nella classe più alta e non ha incidenti da anni. Un gruppo molto vasto che non distingue molto al suo interno e non premia abbastanza chi, ad esempio, riceve poche infrazioni al codice della strada o ha sinistri di lieve entità per molto tempo.

le sanzioni previste – Chi circola senza assicurazione auto obbligatoria, ossia la polizza di Responsabilità Civile verso terzi, commette non solo un illecito ma corre anche il rischio di subire severe sanzioni:

  • multa da 866 a 3.464 euro più la perdita di 5 punti patente, con la possibilità però di dimezzare l’importo se si provvede ad assicurare l’auto dal 16° al 30° giorno dopo la scadenza della precedente polizza, oppure se entro 30 giorni dall’infrazione si provvede a demolire o a radiare il veicolo
  •  multa da 1.732 a 6.928 euro più perdita dei punti e sospensione della patenta da uno a due mesi in caso di recidiva nello stesso biennio

In tutte le ipotesi viene sempre disposto il sequestro del veicolo fino a che il trasgressore non si mette in regola con l’assicurazione auto. Se non lo fa l’auto viene confiscata (nell’ipotesi di recidiva l’auto rimane sequestrata per almeno 45 giorni).

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