Comuni in allarme: pochi gli autovelox omologati, proventi a rischio
Pesante la sentenza 10105/2024 della Cassazione che impone ai Comuni di utilizzare autovelox omologati: non è sufficiente che siano approvati. In caso contrario le multe sono nulle, come scoperto da un automobilista in una causa contro Treviso. Ora, il direttore dell’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) del Veneto, Carlo Rapicavoli, ammette che quasi tutti i rilevatori sono solo approvati e non omologati; i proventi sono indispensabili per i bilanci delle amministrazioni locali. Se i verbali per eccesso di velocità fossero annullati con ricorso al Giudice di pace o al Prefetto, “gli enti rischierebbero di trovarsi buchi nei bilanci”.
La questione riguarda anzitutto le multe successive alla recente sentenza della Cassazione: con il ricorso, gli automobilisti possono vedersi cancellare i verbali se l’autovelox non è omologato. E per le contravvenzioni del passato? Grazie alla sentenza della Cassazione chi ha già pagato la multa potrebbe mettere in piedi una causa per indebito arricchimento. L’accusa? Aver incassato denaro in virtù di una contestazione emessa sulla base di un atto nullo.
Situazione paradossale. Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente dell’Anci Veneto, chiede addirittura una legge per rendere magicamente “omologati” tutti gli autovelox: si rivolgerà a Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, in un’imminente videoconferenza. Lo stesso Salvini che da anni si batte contro gli abusi dei Comuni in fatto di autovelox, spesso impiegati solo per fare cassa e non per migliorare la sicurezza stradale. Un bel cortocircuito.