Auto, l’Unione Europea rischia di diventare importatrice di componenti

La Clepa, l’associazione europea dei produttori di componentistica per auto, lancia un nuovo allarme sui crescenti rischi che sta affrontando l’intero settore automobilistico continentale e in particolare il comparto dei fornitori.

Nella sua ultima pubblicazione, l’organizzazione pone l’accento su uno “storico cambiamento” nel rapporto tra importazioni ed esportazioni: la bilancia commerciale, infatti, è destinata a passare da una situazione di forte surplus a una di deficit, con le ovvie conseguenze sul fronte industriale. A tal proposito, la Clepa avverte della possibilità che l’Unione Europea diventi per la prima volta in assoluto un “importatore netto di componenti per autoveicoli” già quest’anno.

I numeri.

Eppure, il 2023 ha visto l’industria della componentistica europea confermare la sua leadership globale con circa 56 miliardi di euro di esportazioni e un surplus commerciale di 26,7 miliardi di euro. Se, però, si includono nel conteggio le crescenti importazioni di batterie e semiconduttori, allora i numeri subiscono una drastica contrazione, con un avanzo di appena 3,1 miliardi di euro, in calo dai 5,7 miliardi del 2022 e sopratutto dai 20,9 miliardi del 2021.

A influire è il costante trasferimento di produzioni tecnologiche innovative all’estero nonostante i continui e “significativi investimenti in ​​ricerca e sviluppo” effettuati dalle aziende europee. “Questa situazione sottolinea l’urgente necessità per l’Ue di rafforzare la propria competitività e garantire che le innovazioni europee siano principalmente prodotte nell’Ue”, conclude la Clepa.