La
Commissione europea ha pubblicato le sue proposte per la normativa Euro 7 sui
limiti alle emissioni.
I nuovi requisiti si applicano
a tutte le tipologie di veicoli a motore (elettriche comprese), si applicano a
determinati elementi inquinanti (come gli ossidi di azoto – NOx -o il
particolato) e interessano non solo i motori, ma pure i componenti quali freni
e pneumatici.
Inoltre, i nuovi limiti non
coinvolgono le emissioni di anidride carbonica. Il motivo è semplice: con il
pacchetto Fit for 55, l’Europa ha già deciso di portare al 100% la riduzione
della CO2 per auto e furgoni entro il 2035.
GLI
AMBITI DI APPLICAZIONE: la principale novità è l’ambito di
applicazione. Rispetto al passato, la nuova normativa interessa non solo le
auto e i furgoni, ma anche gli autobus e i veicoli commerciali pesanti perché
l’obiettivo della Commissione è ridurre l’impatto ambientale dell’intero
settore dei trasporti stradali, considerato responsabile del 39% delle
emissioni di ossido d’azoto nel 2018 (47% nelle aree urbane) e dell’11% di
PM2.5 e PM10.
Con l’Euro 7, le auto e i
furgoni dovranno emettere il 35% in meno di NOx rispetto alla precedente
normativa e i mezzi più grandi il 56%. Inoltre, il particolato dovrà essere
ridotto, rispettivamente, del 13% e del 39%, mentre per gli impianti frenanti è
previsto un taglio del 27%. Un’altra novità è legata proprio alle disposizioni
sulle particelle inquinanti: “Le
regole Euro 7 sono neutre dal punto di vista tecnologico e del carburante”,
affermano da Bruxelles. “Ciò significa che si applicano gli stessi limiti di emissione a tutti i veicoli
all’interno della medesima categoria, indipendentemente dalla tecnologia (ad
esempio, motore convenzionale a combustione interna, ibrido o plug-in) o del
carburante utilizzato (benzina, diesel o altro). Inoltre, riguardano anche i
veicoli a emissioni zero di CO2 (elettriche o a celle di combustibile)”.
TEMPISTICHE: la
“neutralità tecnologica” si riflette per esempio nei limiti per gli
ossidi di azoto, oggi stabiliti in 60 mg/km per i motori a benzina e in 80 per
i diesel. La nuova normativa fissa la soglia a 60 per entrambe le tipologie di
carburante. La Commissione europea, inoltre, inoltre, ha ampliato l’elenco
degli elementi inquinanti oggetto della normativa. L’Euro 6 (VI per camion e
autobus) riguarda, oltre gli ossidi di azoto (NOx), anche il monossido di
carbonio (CO), nonché particelle, idrocarburi, metano e ammoniaca per autocarri
e autobus. I limiti su quest’ultima, alla luce del ruolo nella formazione dello
smog urbano, vengono estesi anche alle auto e ai furgoni. Inoltre, entrano
nella lista la formaldeide e il protossido di azoto per i mezzi pesanti. L’Euro
7 sarà anche il primo standard al mondo a regolamentare le particelle ultrafini
più piccole (fino a 10 nanometri), il particolato generato dai freni e anche la
durata delle batterie. Secondo la
proposta, la data di entrata in vigore del nuovo regolamento è il primo luglio
del 2025 per i nuovi veicoli leggeri il primo luglio del 2027 per i mezzi
pesanti. Sono previste “eccezioni limitate” per le vetture di
costruttori di nicchia. Inoltre, è prevista un’ulteriore estensione degli
attuali ambiti di applicazione, per riflettere al meglio “il normale ciclo
di vita dei veicoli, compresi quelli usati”. Infatti, le auto Euro 6 devono
soddisfare i requisiti fino a 100 mila chilometri o 5 anni di utilizzo, ma
l’età media del parco circolante europeo è vicina ai 12 anni. Per questo motivo
le nuove disposizioni aumentano i chilometri fino a 200 mila e gli anni a 10.
COSTI: Bruxelles
ha voluto tener conto anche dei costi legati all’applicazione delle nuove
disposizioni, a partire dal possibile aumento dei listini: “Nel definire
le nuove regole, la Commissione ha analizzato a fondo l’impatto degli standard
sull’accessibilità della mobilità, soprattutto alla luce dell’attuale aumento
dell’inflazione. Gli incrementi di costo
previsti in relazione alla situazione attuale rappresentano solo una piccola
frazione del prezzo totale del veicolo, ovvero tra 90 e 150 euro per auto e
furgoni e circa 2700 euro per camion e autobus”. Tuttavia, la stessa
Commissione ritiene che i benefici per la salute prodotti dal minor
inquinamento dell’aria “superino in misura significativa questi costi per
i produttori, i consumatori e le autorità”. La Commissione ha voluto tener
conto anche dell’attuale impegno dei costruttori sul fronte della mobilità
elettrica e dell’obiettivo delle zero emissioni per il 2035 e quindi ritiene
che le sue proposte presentino “soluzioni convenienti” e in grado di
spingere gli investimenti in innovazioni ambientali, riducano i costi normativi
e amministrativi a carico del settore e forniscano vantaggi in termini di
esportazioni visto che alcuni Paesi come Australia, Brasile, Cina o India
tendono ad adeguare i loro standard a quelli europei. Inoltre, vengono
eliminati test ormai obsoleti a favore di nuove prove, sviluppate
sull’esperienza dei parametri RDE (Real Driving Emissions), e moderni strumenti
digitali: tutti i veicoli, infatti, dovranno essere dotati di sistemi di
monitoraggio delle emissioni. Infine, per il massimo organismo comunitario, le
tempistiche sono adeguate a consentire ai costruttori di pianificare i
necessari investimenti.
LE
PREOCCUPAZIONI DEI COSTRUTTORI: il pacchetto Euro 7 della
Commissione dovrà ora essere sottoposto al consueto iter autorizzativo
comunitario. Dal settore arrivano segnali negativi, con l’associazione dei
costruttori europei Acea che si dice “seriamente preoccupata: purtroppo,
il beneficio ambientale della proposta della Commissione è molto limitato,
mentre aumenta pesantemente il costo dei veicoli”, spiega il presidente
Oliver Zipse. “Si concentra su condizioni di guida estreme che non hanno
quasi alcuna rilevanza nella vita reale”.
Preoccupano, in particolare, le implicazioni per il comparto dei veicoli pesanti e le tempistiche dell’entrata in vigore: “Il pacchetto legislativo Euro 7/VII probabilmente non sarà pronto prima della metà del 2024, soprattutto considerando il lungo elenco di test aggiuntivi che copre”, euro 7avverte l’Acea. “Le date di attuazione proposte – luglio 2025 per le auto e i furgoni e luglio 2027 per i veicoli pesanti – non sono realistiche, dato l’enorme numero di modelli e varianti di veicoli che devono essere sviluppati, ingegnerizzati, testati e omologati prima di allora. La normativa Euro 7/VII rischia, quindi, di essere molto complessa e costosa”.