Tolti 4,6 miliardi al fondo automotive
L’Anfia lancia l’allarme sugli effetti di una misura inserita dal governo nella recente Legge di Bilancio: si tratta di un nuovo taglio apportato alla disponibilità del Fondo Automotive. Lo strumento è stato varato nel 2022 per rilanciare il comparto automotive grazie a una dotazione iniziale di 8,7 miliardi di euro, che quest’anno è stata già ridotta a circa 5,75 miliardi (750 milioni per il 2025 e 1 miliardo l’anno dal 2026 al 2030). Ora, Palazzo Chigi procede con un nuovo ridimensionamento per un ammontare di certo non esiguo. L’Anfia, infatti, esprime il suo “sconcerto” per la decisione dell’esecutivo “di decurtare di oltre 4,6 miliardi di euro il fondo automotive destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera”.
“Un fulmine a ciel sereno”. L’associazione ricorda quindi il contributo della filiera, sottolineando come l’automotive rappresenti “il principale settore manufatturiero italiano”, con oltre 270.000 addetti diretti e un fatturato di più 100 miliardi di euro, ma sia anche “l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni. Inoltre, come ben noto a tutte le istituzioni, le aziende italiane oltre alle sfide del Green Deal, stanno anche affrontando una conclamata crisi industriale a livello nazionale che, unita al forte calo dei volumi di mercato a livello europeo, sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza di un’eccellenza italiana”. Per l’Anfia, il taglio previsto dalla Legge di Bilancio “è un’inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in maniera clamorosa l’importante attività che lo stesso governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e che annulla i mesi di intenso lavoro del Tavolo Sviluppo Automotive”. Infine, un avvertimento: “L’auspicio è di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento: il caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera e il governo”.
L’allarme dei sindacati. Analogo avvertimento è stato lanciato dai sindacati dei metalmeccanici. Fim, Fiom e Uilm esprimono infatti “profonda preoccupazione e ferma contrarietà per la decisione del governo di tagliare al fondo automotive 4,6 miliardi di euro, pari all’80% delle risorse previste: in un momento in cui l’intero comparto automotive si trova in una fase di profonda trasformazione e crisi, risulta fondamentale un forte sostegno per garantire la competitività del settore, la difesa dell’occupazione e l’innovazione tecnologica, indispensabile per affrontare le sfide del futuro”, aggiungono i segretari generali Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella, sottolineando come la mobilitazione dello scorso 18 ottobre, “anziché trovare ascolto e una risposta positiva, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta a quella auspicata, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie e la sopravvivenza di una filiera strategica per il Paese”. I tre segretari non chiedono solo un ripristino dei fondi, ma anche “un loro incremento, in linea con le necessità attuali e con quanto si dovrà ottenere anche a livello europeo, per sostenere una giusta transizione ecologica e occupazionale”. Per questo, le tre sigle chiedono “con urgenza una convocazione ufficiale da parte della Presidenza del Consiglio, con la partecipazione delle segreterie di Fim, Fiom e Uilm, dei vertici di Stellantis e delle aziende della componentistica, affinché si possa discutere insieme delle misure necessarie per salvaguardare l’industria automobilistica italiana e i suoi lavoratori”.